La Valutazione previsionale dell’Impatto Atmosferico sulla qualità dell’aria consiste nella valutazione quantitativa, in riferimento ai limiti di legge vigenti, delle emissioni di inquinanti aeriformi in atmosfera.
La valutazione delle emissioni ( sostanze emesse e relativi flussi di massa ) è strettamente legata alle caratteristiche impiantistiche come la tipologia dell’impianto in esame ( inceneritore, biofiltro, raffineria ecc. ) ed il suo dimensionamento ( potenza di esercizio, dimensioni, ecc. ) .
La valutazione delle concentrazioni e delle disposizioni è anch’essa legata ad alcuni aspetti costruttivi dell’impianto ( altezza dei camini emissivi, dimensioni delle sorgenti areali ) ma è soprattutto legata agli aspetti sito-specifici come l’orografia e la tipologia di uso del suolo dell’area geografica interessata allo studio ed in modo particolare alla meteorologia locale.
Oltre alle sorgenti industriali, anche per altre tipologie di sorgenti è richiesta, sulla base della normativa nazionale o locale, una valutazione del possibile impatto che queste possono avere in atmosfera.
Ad esempio è spesso necessario stimare l’impatto sulla qualità dell’aria del traffico indotto dall’espansione di un centro commerciale o dalla realizzazione di una nuova arteria stradale; oppure dell’impatto delle emissioni di odori da un allevamento di bestiame, o di molte altre tipologie di emissioni.
- MONOSSIDO DI CARBONO (CO)
Il monossido di carbonio è un gas inodore ed incolore che si forma dalla combustione incompleta di sostanze contenenti carbonio in carenza di ossigeno. Le principali fonti naturali sono costituite dai processi di ossidazione del metano, incendi boschivi e gas di palude.
In presenza di concentrazioni elevate del gas, infatti, si forma la carbossiemoglobina con conseguente riduzione dell’ossigenazione dei tessuti, che può portare nei casi più gravi a forti crisi anossiche.
- BENZENE (C6H6)
Il benzene è un idrocarburo aromatico cancerogeno presente in ambiente prevalentemente in fase vapore. Negli ambienti interni il benzene proviene principalmente dal fumo di sigaretta, dai processi di combustione domestica e da emissioni di prodotti contenenti solventi (come collanti e vernici). Nell’ambiente esterno, la parte dominante del benzene atmosferico è prodotto dall’utilizzo di carburanti nel settore dei trasporti.
L’assorbimento da parte dell’uomo avviene principalmente per inalazione e dal punto di vista tossicologico risultano chiare evidenze del potere cancerogeno del benzene, soprattutto nell’insorgenza di forme leucemiche in caso di esposizioni acute.
Altre forme di assorbimento indiretto sono rappresentate dall‘ingestione di cibi contaminati, con deposizione sui terreni agricoli mediante precipitazioni secche e umide e successivo trasferimento lungo le catene alimentari fino ai prodotti di origine animale, e dall’assorbimento attraverso la pelle.
- BIOSSIDO DI AZOTO (NO2) ED OSSIDI DI AZOTO (NOX)
Il biossido di azoto è un componente, assieme al monossido di azoto, degli ossidi di azoto atmosferici. Il monossido è un gas inodore ed incolore, che costituisce la parte principale degli NOX e che viene gradualmente ossidato in atmosfera ad NO2. Quest’ultimo ha un colore rosso-bruno ed un odore pungente e soffocante, con una tossicità fino a 4 volte superiore al monossido di azoto.
Le emissioni derivano soprattutto da processi di combustione (centrali termoelettriche, riscaldamento, traffico stradale), ma anche da processi produttivi come ad esempio quelli dell’acido nitrico. In ambito urbano la sua presenza è determinata principalmente dai gas di scarico degli autoveicoli, con entità dipendente dalla velocità ed accelerazione dei mezzi e dalla tipologia di catalizzatore installato.
Il diossido di azoto è un gas irritante per l’apparato respiratorio e per gli occhi, può causare bronchiti e, nei casi più gravi, edemi polmonari in virtù della sua capacità di combinarsi con l’emoglobina modificandone le proprietà chimiche e fisiologiche, con formazione di metaemoglobina e conseguente grave compromissione dei meccanismi di trasporto di ossigeno ai tessuti.
- PARTICOLATO SOSPESO (PM10)
Con il termine particolato sospeso sono indicate tutte le particelle solide e liquide disperse nell’atmosfera.
Vengono prodotte dal traffico stradale (in particolare da veicoli ad alimentazione diesel e da ciclomotori a due tempi), dagli impianti di riscaldamento, da impianti industriali (acciaierie, cementifici, inceneritori, ecc.) e più in generale da qualsiasi processo di combustione.
La loro tossicità è in massima parte attribuibile alle sostanze chimiche adese alle particelle stesse, con particolare rilevanza alle frazioni più fini (con diametro inferiore a 2,5 µm) in relazione alla maggior capacità di penetrazione nell’apparato respiratorio animale.
La normativa di riferimento in materia di qualità dell’aria, e segnatamente per i parametri oggetto della presente indagine previsionale, è costituita dal D.Lgs. 13 agosto 2010, n.155 e ss.mm.ii., decreto di attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa.
Si riportano nella seguente tabella i valori limite stabiliti all’Allegato XI, punti 1 e 3 della sopraccitata normativa per i parametri C6H6, CO, NOX/NO2 e PM10.
RILIEVO NO2
RILIEVO PM10
RILIEVO NOX
RILIEVO PM10
RILIEVO NOX